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Importante passo in avanti per i vini doc maremma toscana

L'INTERVISTA A BRUNO TUCCIO

Proprietario di cacciagrande, azienda vinicola toscana nel cuore della maremma

Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana ha ottenuto, al termine di un iter lungo 4 anni, la modifica del Disciplinare per la Denominazione Doc Maremma Toscana. Un grande successo, come ci ha spiegato chi guida con amore e successo una Azienda vinicola Toscana nel cuore della Maremma e che, come membro del Consorzio, ha fortemente creduto nell’approvazione di questa nuova proposta. 

Molte e interessanti le novità apportate dalla nuova formulazione. Tra queste spiccano quelle di natura ampelografica. Per quanto riguarda il vino rosso, ad esempio, potranno essere utilizzate, unicamente o congiuntamente, per un minimo del 60%, le varietà Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah e Ciliegiolo. Per quanto riguarda i bianchi, sarà invece possibile utilizzare anche il Viognier da solo, o assieme ad altre sue varietà.

Bruno, lei oltre ad essere il Titolare  di Cacciagrande, Azienda Vinicola Toscana, è uno dei Soci Fondatori del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. Una realtà consortile, nata nel 2014 che oggi conta ben 213 associati. Quali sono gli obiettivi principali del Consorzio?

Uno degli obiettivi principali del Consorzio è la tutela della DOC nei confronti di eventuali contraffazioni da parte di soggetti esterni e degli stessi soci produttori, attraverso un’attività di controllo a vari livelli.
Un altro importante aspetto è quello della promozione del marchio Maremma Toscana nel mercato italiano e internazionale. Questo mediante azioni di promozione mirate, come incoming di giornalisti italiani e/o stranieri di settore, degustazioni, advertising, inserzioni sul sito istituzionale e su riviste ecc.

 

Tra i vantaggi della modifica del disciplinare si possono annoverare importanti agevolazioni nel passaggio da IGT a DOC. Ma non solo. Il cambiamento comporta anche un adeguamento della Denominazione alle nuove esigenze di mercato, con un conseguente aumento della diffusione dei Vini e un consolidamento commerciale. Per quanto riguarda la produzione sono stati introdotti invece dei cambiamenti di natura ampelografica. Qual è il suo pensiero in proposito?

Il passaggio da IGT alla categoria superiore (maggiormente tutelata e controllata) della DOC di molti vini, darà sicuramente un valore aggiunto a questi ultimi.

 Il valore dei Doc Maremma Toscana aumenterà specialmente su quei mercati esteri in cui la cultura enologica è meno profonda e più “giovane”. Questa distinzione categoriale è sentita maggiormente come indice di una scala qualitativa.

veduta vigna cacciagrande vini maremma

La base ampelografica si è ampliata con l’introduzione di alcuni nuovi vini varietali (oltre a quelli che già erano previsti) come PETIT VERDOT e CABERNET FRANC. Questi 2 vitigni in Maremma si esprimono in modo eccellente. Non è una caso che il Petit Verdot sia il rosso su cui l’Azienda vinicola toscana Cacciagrande punta maggiormente. Quindi questa maggiore libertà, anche con la nuova possibilità di produrre vini bivarietali, non può che far bene ad una DOC che rispecchia una vocazione territoriale eclettica come la nostra. Questo pensiero deriva dal mio essere un convinto sostenitore di una viticoltura senza vetusti schemi precostituiti, ma che insegue liberamente la vocazione dei suoi splendidi terroir.

La DOC Maremma Toscana è al terzo posto, per superficie vitata, tra le DOP toscane, dietro soltanto al Chianti e al Chianti Classico. La Denominazione è ancora giovane, ma ha una potenzialità di crescita molto importante in termini di volume e qualità. Tutte le modifiche apportate al Disciplinare sono adeguate alla qualità della Doc Maremma Toscana? Ci si può ritenere soddisfatti del successo ottenuto?

Credo ci si possa ritenere soddisfatti del successo e della strada fatta da questa DOC, ma non possiamo adagiarci sugli allori. Le modifiche apportate dal nuovo disciplinare sono sicuramente adeguate ad un territorio ampio che comprende tutta la provincia grossetana. Esse infatti offrono soprattutto la possibilità di una maggiore libertà di scelta della base ampelografica, lasciando spazio alla fantasia e alla voglia di sperimentare dei produttori, che saranno ora in grado di seguire più facilmente le vocazioni di un territorio straordinariamente vocato ma al contempo molto variegato.

Guardiamo al futuro.
Come prevede la vendemmia 2020?

Non è mai facile, lavorando sotto il cielo, fare previsioni precoci sulla vendemmia, e anche un po’ per scaramanzia non amo molto sbilanciarmi in questo senso. Sicuramente posso dire che per adesso la vendemmia 2020 si preannuncia molto buona. La stagione fredda ci ha dato piogge abbondanti in autunno e le temperature finora non sono state troppo calde. Tutti elementi favorevoli per un territorio dove il sole non si fa mai desiderare troppo. Questo andamento, se confermato, potrebbe dare uve eccellenti sotto il profilo fenolico, e quindi vini strutturati ma allo stesso tempo freschi e quindi equilibrati

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