Quando parliamo dei vini Cacciagrande, parliamo spesso di “espressione del territorio“, o “vini fedeli alle tradizioni del territorio“.
Non si tratta di affermazioni evocative o fantasiose, neppure di slogan campati in aria.
Questo riferirsi al legame tra il vino e territorialità deriva da una differenziazione basata sul luogo di produzione, perfezionata in Francia nella prima metà dell’Ottocento e divenuta elemento identitario della produzione dei vini in tutta Europa, nonché struttura normativa.
Ma cosa significa parlare di vini Cacciagrande come vini rispettosi dell’identità territoriale? Per rispondere è necessario capire se e quanto le caratteristiche sensoriali del vino possono essere influenzate dal territorio di produzione.
Secondo la definizione approvata dall’Organizzazione della Vigna e del Vino, il “terroir” vitivinicolo è “un concetto che si riferisce a un’area nella quale la conoscenza collettiva delle interazioni tra caratteri fisici e biologici dell’ambiente permette la sua evoluzione attraverso l’applicazione di pratiche colturali. Questa interazione crea caratteristiche distintive per i prodotti che hanno origine in quest’area. Il Terroir comprende una specificità di suolo, di topografia, di clima, di paesaggio e di biodiversità”
Detto in maniera più semplice, il terroir è l’insieme delle condizioni naturali del luogo in cui nasce e cresce la pianta. Per condizioni naturali intendiamo la composizione del suolo, l’esposizione e il microclima.
Una volta chiarito il concetto di “terroir” è decisamente semplice comprendere perché ogni vino può essere unico al mondo. Il vino è infatti, per dirla con Luigi Moio, “la sintesi liquida della terra in cui vegeta la vigna”, nonché della passione dei produttori. Nelle nostre vigne di Maremma, caratterizzate da un clima mite, le uve internazionali trovano un terreno fertile grazie al quale riescono ad esprime al meglio le loro straordinarie qualità e peculiarità, affiancandosi in perfetta armonia alla storicità e alla tipicità di quelle autoctone.